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Immagine del redattoreMicaela Ferri

Il Sassolino, il liquore all'anice di Sassuolo

Aggiornamento: 5 lug 2022

Il Sassolino è un liquore dal dolce sapore di anice tipico della città di Sassuolo.


Si fa presto però a dire anice, perché non tutti sanno che sotto il generico nome anice si raggruppano tre piante che non hanno alcuna parentela botanica tra loro, ma che sono accomunate dallo stesso aroma dei loro frutti o semi.


Queste piante sono: l’anice verde (Pimpinella anisum) appartenente alla famiglia delle Apiaceae è una pianta annuale, con piccoli fiori bianco-giallo da cui si ricavano poi dei piccoli semi ovali caratterizzati da un aroma persistente. Proviene dal Medio Oriente ed era già conosciuta ed utilizzata al tempo degli Egizi, Greci e Romani. Si utilizza come spezia per condire carni o creare pozioni curative.


L’anice stellato (Illicium verum) appartenente alla famiglia delle Illiaceae, deve il suo nome alla forma a stella dei suoi otto frutti racchiusi in un involucro a forma di fiore o stella. Questa pianta ha origine cinese ed è arrivata in Europa nel 1600.

Infine l’anice pepato (Xanthoxylum piperitum) che appartiene alla famiglia delle Rutaceae e proviene anch’esso dall’oriente.


Se vogliamo essere precisi il Sassolino è un distillato di anice stellato a cui viene aggiunta acqua, zucchero e glucosio. È prodotto in due diverse gradazioni: 40° e 25°. Diffidate delle ricerche su Google, troverete infatti descrizioni in cui si dice che è presente il finocchio, il cumino, la cannella e addirittura piccole parti di assenzio, non è assolutamente vero, gli ingredienti sono solo tre; distillato di anice, acqua, zucchero.


ph. Distillerie Stampa

La storia del Sassolino

La storia del Sassolino inizia nella seconda metà del ‘700, quando il Ducato di Modena fu oggetto di una forte immigrazione di svizzeri provenienti dal Cantone dei Grigioni.


L’arrivo di questi svizzeri, di religione Luterana, non fu certo un caso eccezionale, infatti in quegli anni in tutto il nord Italia giunsero molte famiglie, legate tra loro da vincoli di parentela e accomunate dalla stessa religione “diversa”. Erano comunità benestanti, con la propensione al commercio e all’attività di “spezieria/drogheria”. Questa attività ai giorni nostri verrebbero chiamate bar e che un tempo erano anche caffè e pasticcerie.


Dagli archivi storici della città di Venezia si può leggere che su 48 botteghe di pasticceria 38 erano di proprietà di svizzeri grigionesi (un po’ come sta accadendo adesso per i cinesi che stanno rilevando i nostri bar).


Nel 1778 venne aperta a Carpi (Mo) la prima drogheria con annessa vendita di caffè e dolci dei protestanti. Qualche anno dopo Lucio Bazzigher ne aprì una a Sassuolo, nella centralissima Piazza Piccola (Piazza Giuseppe Garibaldi, chiamata Piazza Piccola da tutti i cittadini sassolesi che molto spesso ignorano il vero nome della piazza), proprio dove adesso c’è la libreria Mondadori. Nel 1804 iniziò la distillazione degli anici stellati e ottenne un ottimo liquore che venne chiamato “Rinfresco d’anici strafino” (fu prodotto quattro anni prima del Pernod, che si fa vanto di essere il primo liquore a base d’anice in Italia).


Nel 1830 si associa alla drogheria/distilleria Felice Fasciati e tra successioni, eredità, matrimoni e vendite diventerà la distilleria Stampa che è l’attuale depositaria della ricetta originale del liquore Bazzingher e che appone sulle sue bottiglie le tre S storiche.


Nel 1848 dirimpetto alla distilleria Bazzingher/Fasciati aprirà un’altra drogheria/distilleria di proprietà della famiglia Muggia, sempre di origine svizzera, che produceva a vendeva gli stessi prodotti. Questa attività venne venduta ad un certo Vaccari, che la cedette ai F.lli Marazzi, i quali nel 1927 la vendettero a Gilberto Roteglia, che ancora la possiede (o per meglio dire i suoi eredi) e che ancora conserva gli arredi originali. Quando entrate in questa bottega storica è come fare un salto nel tempo.


Infine nel 1860 aprì un’altra distilleria storica di Sassuolo, la drogheria Caselli, nella via retrostante Pizza Piccola. Qui in alto sulla parete del palazzo c’è ancora lo storico marchio. Galdino Caselli era stato commesso da Bazzingher ed aveva appreso da lui tutti i segreti del pluri-premiato liquore all’anice.

In quel periodo la mia bella cittadina era frequentata dagli allievi della Scuola Militare di Modena che, durante i campi estivi e le sessioni di tiro al poligono, si rinfrescavano sotto i portici della piccola piazza e gustavano il liquore all’anice.

Molto probabilmente nel primo decennio del ‘900 il “Rinfresco d’anici strafino” prenderà il nome di Sassolino, nomignolo dato proprio dai cadetti della scuola. Le prime notizie storiche del nome Sassolino sono datate 1923 all’interno di un ricettario della famiglia Caselli.


Durante la Grande Guerra fu trasferita in paese la Scuola dei Bombardieri del Re e non mancarono certo i clienti per la deliziosa bevanda e una volta finita la Guerra, l’attività di distilleria era uno dei settori trainanti dell’economia sassolese. Proprio per questo motivo furono tante le aperture di nuove distillerie, sia in paese che fuori dal territorio comunale.

Punto di forza per le distillerie sassolesi furono le campagne pubblicitarie con grafiche all’avanguardia e di grande pregio, che hanno lasciato il segno nella storia della pubblicità dell’epoca.


ph. Distillerie Stampa

A Sassuolo in quel periodo stava prendendo forma un altro tipo di industria, la ceramica. La partenza di tanti sassolesi inviati ai fronti e i bombardamenti in città contribuirono a mettere da parte l’attività di distilleria. Con la fine della guerra il bisogno di ricostruire era più impellente che quello di produrre liquore e furono proprio le ceramiche a svilupparsi maggiormente.


Il Sassolino, visto il calo dei produttori e il calo dei consumi come bevanda, venne relegato ad utilizzo per “bagne” dei dolci e correzione del caffè, ben presto superato dalla Sambuca. Scomparì quindi dalle mensole dei bar per apparire sugli scaffali dei supermercati.

Oggi in Italia ci sono circa 2000 distillerie che producono Sassolino, tre sono qui a Sassuolo le storiche Stampa, Roteglia e Caselli.


Contrariamente da quanto si creda il Sassolino non è estinto, queste distillerie producono in media 1000 bottiglie al giorno, commercializzate in tutta Italia ed apprezzate soprattutto in Toscana.


Ricette con il Sassolino

Il Sassolino è utilizzato in tantissime ricette della tradizione modenese, al posto dei liquori come grappa, rum e distillati vari.

Un esempio classico sono le "Frappe" in cui viene aggiunta comunemente la grappa, mentre a Modena viene utilizzato proprio il Sassolino.

Due dolci della nostra tradizione prevedono comunque l'utilizzo di questo distillato così delizioso. La torta di riso e la torta di tagliatelle.

Ricetta della Torta di riso

Ingredienti

  • 1 l di latte intero

  • 250 g di riso

  • 180 g di zucchero semolato

  • 3 uova

  • 150 ml di liquore Sassolino

  • La buccia grattugiata di un limone

Preparazione Cuocete il riso nel latte fino a quando lo avrà assorbito tutto. Spegnete il fuoco e incorporate lo zucchero, la buccia del limone grattugiata e il Sassolino. Mescolate con cura e lasciate raffreddare. Aggiungete i tuorli e mescolate delicatamente. A parte montate gli albumi a neve e aggiungeteli al composto di riso molto delicatamente. Imburrate uno stampo da torta a cerniera e cospargetelo con un pochino di pangrattato. Versate l’impasto nella teglia e cuocete in forno caldo a 180° per 40 minuti. Fare la prova dello stecchino per sicurezza. La torta di riso è una torta che rimane abbastanza umida, però lo stecchino deve uscire asciutto. Lasciate raffreddare e servite.

In dialetto questa torta è chiamata Torta ed rìs.


Ricetta della torta di tagliatelle

Ingredienti

Per la pasta

  • 200 g di farina 0

  • 50 g di burro

  • 2 uova

  • 100 g di zucchero

  • La scorza di un limone grattugiato

  • Un cucchiaio di Sassolino

Per il ripieno

  • 200 g di amaretti

  • 300 g di mandorle pelate

  • 250 g di zucchero

  • 1 cucchiaio di farina

  • 2 cucchiai di cacao dolce in polvere

  • 3 uova

  • 300 g di tagliatelline fresche all’uovo

  • 250 g di burro

  • Il succo di un limone

  • 1 bicchierino di Sassolino

Preparazione Impastate la farina con le uova, il burro ammorbidito, lo zucchero, la scorza del limone grattugiata e un cucchiaio di Sassolino, fino a formare un’impasto liscio e omogeneo. Stendete la pasta e rivestite uno stampo da torta precedentemente imburrato e infarinato. Tostate brevemente le mandorle e tritatele con gli amaretti, aggiungete lo zucchero, un cucchiaio di farina,il cacao in polvere, il succo del limone e le uova. Mescolate con cura e versate sul fondo della torta stesa in precedenza. Preparare le tagliatelline; impastate la farina e le uova (vi ricordo che la dose per la pasta all’uovo è 1 uovo ogni 100 g di farina), stendete la sfoglia e ricavate le tagliatelle. Devono essere fini, come quelle che si preparano per essere mangiate in brodo. Disponete le tagliatelline sopra l’impasto di mandorle e amaretti, aggiungete il burro e il Sassolino che serviranno per cuocere le tagliatelline. Cuocete in forno caldo a 180° per 40 minuti. Lasciate raffreddare prima di servire.


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